giovedì 30 ottobre 2008

Pop corn: le patatine dietetiche





















Ebbene sì: mangiare snack fa male e fa ingrassare. Mangiare mentre si poltrisce in poltrona di fronte alla TV o di fronte allo schermo cinematografico fa ancora più ingrassare. Eppure, se dovete proprio sgranocchiare qualcosa mentre vedete L'isola dei famosi (con tutta quella gente così poco famosa e così tanto affamata), la scelta ideale sono proprio i classicissimi pop corn.
Ovviamente parliamo di pop corn normali, senza aggunte di burro, caramello o altre impiastrate (scusate il termine tecnico) che stanno arrivando dall'America, dove in effetto il pop corn si mangia solo "condito". Il pop corn ha 378 kcal 100 g e 100 g sono un bel po' (1 confezione media) visto che è molto leggero; è molto meglio di qualsiasi patatina fritta o snack salato che vanno ben oltre le 500 kcal per 100 g . Non è poi così strano se ci pensate bene: dopo tutto il pop corn non è altro che mais fatto scoppiare ad alta temperatura. Se volete controllare completamente la quantità di grassi fatelo in casa: basta mettere i chicchi di mais in una padella leggermente unta e chiuderla con un coperchio. Dopo qualche minuto sembrerà che c'è una grandinata in cucina, smuovete la padella e toglietela dal fuoco. Con le macchinette per fare il pop corn si possono eliminare tutti i grassi. In commercio ora ci sono anche i comodissimi pop corn da mettere nel microonde, velocissimi e pulitissimi, ma controllate quanti grassi contengono prima di sceglierli.

Photo Credit: hdaniel

Nelle puntate precedenti altri Consigli per dimagrire

martedì 28 ottobre 2008

Vuoi dimagrire? Ricordati dei grassi

Non solo i grassi sono fondamentali per l'assorbimento di alcune vitamine, come la vitamina D e la vitamina A, ma avrebbero una funzione fondamentale per il raggiungimento della sazietà a livello ormonale e neurologico. La sensazione di sazietà infatti non è legata solo alla sensazione di stomaco "pieno", cioè dalla distensione delle pareti dello stomaco.
Quando i grassi monoinsaturi raggiungono l'intestino tenue (la prima parte dell'intestino, subito dopo lo stomaco), stimolano la produzione di un composto particolare che comunica alle cellule del cervello la sensazione di pienezza e soddisfazione. Ecco perchè la presenza di una certa percentuale di grassi aiuta a restare nei limiti prescritti dalla dieta dimagrante che si sta seguendo, evitando le crisi di fame e le abbuffate tra un pasto e l'altro. Per nostra fortuna tra i grassi monoinsaturi che possiedono queste proprietà si trova proprio l'olio d'oliva che può essere utilizzato in quasi tutti i piatti della tradizione italiana.
Altri alimenti che contengono una buona dose di grassi monoinsaturi sono l'avocado e la frutta secca: noci, nocciole, mandorle, che possono essere aggiunte ai cereali del mattino oppure all'insalata.

Photo Credit: lulazzo [non vede, non sente, non parla]

lunedì 27 ottobre 2008

Se siete a dieta, non dimenticate l'acqua e non dimenticate... il grasso

Dopo una serie di divertenti post riguardo i 4 strategie per snack che non fanno ingrassare e i 5 modi per appiattire a pancia senza perdere un chilo, dedichiamo qualche riga ad un argomento serio. Facciamoci un po' di cultura, anche perché è fondamentale per chiunque voglia intraprendere una dieta dimagrante possedere nozioni e conoscenze di scienza alimentare. E anche per chi non deve perdere peso, ma vuole soltanto mantenere un'alimentazione sana e corretta per il proprio benessere.
Per quanto ristretta possa essere la nostra dieta dimagrante, ci sono elementi che non possono essere ridotti ai minimi termini, ma devono essere sempre presenti in una certa quantità: parliamo ovviamente delle vitamine. Le vitamine si dividono in due gruppi: le vitamine idrosolubili che vengono assorbite solo attraverso l'acqua e le vitamine idrosolubili che si sciolgono nei grassi. La vitamina C e le vitamine del gruppo B sono idrosolubili. In assenza di acqua, queste vitamine non possono essere assorbite. L'ideale è perciò assumerle attraverso alimenti freschi come frutta, verdura e cereali integrali. Dato che, di solito, durante le diete per perdere peso, si assume molta acqua, verdure e frutta, il rischio di carenze di queste vitamine è molto basso. Il rischio compare nel caso di diete molto severe dove l'apporto totale di cibo (calorie) è così limitato da non permettere l'assunzione di vegetali freschi in quantità sufficienti. Attenzione perciò a non esagerare.
Le vitamine liposolubili più importanti sono la vitamina A e D.
Le vitamine liposubili invece possono essere assorbite solo in associazione con i grassi; ecco perchè il consumo di cibi a scarso contenuto di grassi comporta spesso, se mantenuto per lunghi periodi di tempo, il rischio di carenze di queste vitamine. La carenza di vitamina A non aiuta di certo la pelle a mantenersi elastica e lumnosa durante la dieta, mentre la carenza di vitamina D è ancora più pericolosa per la salute delle donne. Tutti gli studi degli ultimi anni confermano che le giovani donne manifestano carenze di vitamina D, e in particolare le giovani donne che controllano costantemente il loro regime alimentare: questa situazione è la pre-condizione per lo sviluppo dell'osteoporosi in età matura, all'avvicinarsi della menopausa. Addirittura alcune ragazze mostrano già i primi sintomi a livello di densità delle ossa, che risultano fragili e poco resistenti.
Se non c'è un'adeguata quantità di tessuto grasso nell'organismo le vitamine A e D non possono essere immagazzinate nell'organismo; anzi l'ideale sarebbe assumerle attraverso alimenti che hanno una frazione di grasso. Cerchiamo perciò di evitare la caccia al grasso durante la dieta. Bastano pochi accorgimenti: scegliere uno yoghurt intero anziché magro, non mangiare le verdure completamente scondite, ma con un cucchiaio di olio di oliva... poche attenzione che garantiranno la vostra salute durante la dieta.

martedì 21 ottobre 2008

La dieta nello specchio: la percezione della nostra immagine

Scegliere di mettersi a dieta è di solito la reazione più diretta di fronte ad una immagine che non piace: la nostra.
C'è qualcosa che non va in quello che vediamo nello specchio e la dieta ci aiuterà a sistemarlo: questo è il primo pensiero. Ma se il pensiero si ripete per anni e senza ottenere una soluzione definitiva, allora forse il problema che persiste non sta nella dieta, ma nello specchio... Forse l'immagine che ci rimanda lo specchio non presenta poi tutti quei difetti, o meglio, quei difetti stanno nella nostra visione delle cose. Allora invece di riconsiderare per l'ennesima volta le combinazioni caloriche della nostra dieta, potremmo iniziare a riconsiderare il giudizio che abbiamo della nostra immagine. E' difficile dare consigli generici su una questione così complessa e così strettamente "personale", ma nessuno ci conosce meglio di noi stessi. Possiamo porci qualche domanda:

1) Il nostro corpo non va bene, ma non va bene rispetto a chi o a che cosa? Rispetto alle nostre amiche, rispetto a nostra sorella, rispetto ai servizi di moda dei giornali femminili, rispetto a quella che sarebbe la nostra costituzione naturale?

2) Ci sono dei momenti in cui il nostro corpo ci sembra persino peggiore del solito? O improvvisamente ci sembra migliore? Accade in un momento particolare della giornata, dopo avere fatto un'attività particolare, o avere visto una persona particolare?

3) C'è qualcosa che ci piace del nostro corpo? C'è qualcosa che ci piace negli altri che possiamo ritrovare anche in noi?

Buona riflessione di fronte allo specchio!

lunedì 20 ottobre 2008

La gente che non ama il cibo ingrassa

Esatto, la gente che non ama il cibo, ingrassa molto più facilmente. Contraddizione? Secondo questo studio riportato dall'Independent non si tratta di contraddizione, ma di un risultato che in fondo spiega anche alcune dinamiche tipiche di chi ingrassa facilmente, anche dopo numerosi tentativi di dieta.
Siamo spesso abituati a pensare che le persone in sovrappeso oppure obese, devono essere necessariamente persone che amano mangiare, e che amano mangiare troppo: il sovrappeso è il risultato (e in fondo, pensiamo, la giusta punizione) per questo peccato di gola. Anche chi è in sovrappeso spesso ha questa "immagine mentale" di se stesso. Secondo lo studio citato, le persone che tendono ad ingrassare possiedono un numero minore di recettori di dopamina nel cervello. La dopamina è il cosiddetto "ormone del buonumore" che rilasciato nel sangue dà la sensazione di benessere e soddisfazione, e di "pienezza" dopo un pasto o dopo uno spuntino. Alcune persone perciò hanno maggiori difficoltà a sentirsi soddisfatti dopo un pasto o uno spuntino e questo le spinge a mangiare di più per raggiungere questa sensazione.
Si tratta di una condizione genetica non modificabile? In qualche raro caso sembrerebbe di sì, ma lo stesso studio sottolinea che questa situazione potrebbe essere il risultato dell'assuefazione al cibo: ci si abitua a mangiare sempre di più e in maniera poco consapevole, per questo non si avverte più la sensazione di pienezza che il cibo dovrebbe dare. Paradossalmente questa situazione può verificarsi anche per le persone che sono costantemente a dieta, mangiano cibo con 0 grassi, 0 zuccheri, 0 gusto e finiscono così per non sentirsi mai soddisfatti!
Ecco perchè durante una dieta dimagrante, è importante avere il giusto approccio mentale. Più che pesare le briciole e contare le calorie degli zuccherini, bisogna prestare nuova attenzione al cibo che si offre al nostro corpo, al suo sapore, alla sua consistenza, senza negarsi qualche dolce o qualche sfizio, che però deve essere apprezzato lentamente e pienamente per regalarci alla fine una meritata sensazione di pienezza.



Photo Credit: Remy Sharp

giovedì 16 ottobre 2008

4 strategie per snack che vanno d'accordo con la dieta

1. Bere un bicchiere d'acqua
2. Bere un bicchiere d'acqua
3. Bere un bicchiere d'acqua
4. Bere un bicchiere d'acqua

[ahahahahah]

Ovviamente no, se volete un consiglio del genere potete spendere 3 euro per uno qualsiasi dei magazine femminili che trovate in edicola.
Invece noi vi possiamo consigliare:


1. Pianificate l'inpianificabile: la fame arriva senza appuntamento
Tenete a portata di mano quello che avrete deciso essere il vostro "snack ideale". Se siete donne scegliete borse capienti e per tutti, riservate almeno un cassetto personale nel vostro ufficio, alle cibarie di pronto intervento. Ma quali potrebbero essere le cibarie?

2. Bevete, non solo acqua
Bere acqua è un consiglio ovvio, perchè se riempite lo stomaco di acqua la sensazione di "vuoto" è meno evidente. Ma questo non cambia molto la fame che vi prende la testa, visto che l'acqua contiene 0% di tutto: può calmare la fame nervosa, ma non la vera fame da calo di zuccheri etc etc... Certo non si può consigliare di bere bibite gassate, e nemmeno la maggior parte dei succhi di frutta industriale. Una via di mezzo tra l'acqua e la bibita dolce sono le recenti acque addizionate di sali e di una piccola percentuale di zuccheri (per capirci tipo San Benedetto Ice, Aquarius...) che tonificano e tirano su, senza la vagonata di zuccheri di una coca cola; mediamente hanno 100-120 kcal per una bottiglia da 500 ml ma non c'è bisogno di berla tutta!
Il consiglio è valido in estate, soprattutto quando si perdono per traspirazione molti elementi minerali, e spesso la reintegrazione dei sali permette di combattere meglio la fame e la tensione.

2. Non solo zucchero
Valutate la possibilità di scegliere snack salati, non ad alto contenuto di zuccheri/carboidrati, ma di proteine e perchè no? Anche con una certa percentuale di grassi. Anche i cibi altamente proteici hanno un alto potere saziante. Gli studiosi infatti hanno scoperto che il nostro corpo spesso ha voglia (e bisogno) di qualcosa di specifico, voglia di proteine e voglia di grassi... ecco perchè certi alimenti con lo 0% di grassi non solo non soddisfano il palato, ma nemmeno l'organismo e non riescono a soddisfare la fame, che è una "fame specifica". Ecco perchè spesso si finisce per mangiare due vasetti di yoghurt magro invece di uno solo di yoghurt intero. Scoprite se la vostra fame è fame di proteine e grassi e scegliete un alimento ad alto contenuto proteico con una base di grassi veri, naturali. Potrebbe essere uno yoghurt intero (80 kcal per vasetto), oppure una porzione di formaggio (si vendono porzioni di parmigiano in formato snack, e anche di altri formaggio). Se proprio dovete tagliare al massimo le calorie, scegliete una barretta iperproteica tra le linee di alimenti dietetici.

4. La frutta... eh si, la frutta.
Altro consiglio ovvio è la frutta, che però non sta molto comoda nella vostra borsa o nel vostro cassetto, soprattutto per certa frutta molto "ammaccabile". Potete provare i mix di frutta pronta che vengono confezionati in atmosfera protetta (la cosiddetta quarta gamma): è frutta fresca ed è perfetta se vi piace piluccare, provando frutta diversa. Unico neo: il prezzo ancora un po' alto.

martedì 14 ottobre 2008

La dieta a zona: le zucchine sono carboidrati?






























Vi abbiamo già parlato precedentemente della dieta a zona, il regime dimagrante più famoso e di maggior successo degli ultimi 10 anni. In Italia la fortuna della dieta a zona sembra essere stata molto limitata e fin da subito osteggiata dalle critiche di molti dietologi. Perchè? La critica principale riguarda la considerazione riservata ai carboidrati all'interno della dieta a zona, nella quale sono i carboidrati presenti ma nel ruolo dei "cattivi da tenere a bada".
All'interno della dieta a zona infatti, la regola dice che il 40% delle calorie devono arrivare dai carboidrati: i suddetti carboidrati però devono provenire da cibi a basso indice glicemico e per cibi basso indice glicemico si intendono quasi tutte le verdure e quasi tutti i frutti: quasi perché le varietà più caloriche come patate e banane vanno escluse.
Vanno invece evitati i carboidrati ad alto indice glicemico, ovvero pane, pasta, riso, biscotti e tutti i derivati dei farinacei... in pratica tutto ciò che normalmente viene considerato "carboidrati" nell'opinione comune dovrebbe essere ridotto ai minimi termini. Non so se vi è mai capitato di catalogare una zucchina o un pomodoro nella stessa categoria alimentare della pasta? In sintesi perciò quel 40% di carboidrati sono in realtà calorie provenienti da verdura e frutta.
E' evidente che limitare moltissimo i "veri" carboidrati, significa ridurre drasticamente il totale delle calorie assunte durante la giornata e inevitabilmente i depositi di massa grassa vengono intaccati e consumati. Inevitabile la perdita di "ciccia", ma inevitabile anche la perdita di massa magra da parte di chi non pratica attività sportiva in maniera continua. In sostanza la dieta a zona mostra gli stessi limiti e le stesse "furbizie" delle solite diete iperproteiche o, come si usa dire in America, "low-carb", a basso contenuto di carboidrati.
Solo chi pratica sport in maniera continuativa può scegliere la dieta a zona come regime ideale, proprio perchè l'attività sportiva aiuta a conservare le masse muscolari e mantiene alto il metabolismo. Non a caso la dieta a zona, nelle sue diverse varianti, è adottata da molti sportivi professionisti.



Photo Credit: Helium!

lunedì 13 ottobre 2008

Il caffè aiuta la vostra dieta dimagrante


Secondo una ricerca recentemente pubblicata dal Readers' Digest, il caffè contiene molti elementi utilissimi, come la crème de la crème delle "cose che fanno bene", ovvero i famigerati "antiossidanti". Addirittura uno studio norvegese riferisce che il caffè nero conterrebbe più antiossidanti di una porzione di mirtilli o altri piccoli frutti, noti per essere un concentrato di queste miracolose sostanze. Prendi questa, tè verde!
Siete confusi? Anche noi. Ma l'esperienza personale, e naturalmente la moderazione, aiutano ad inquadrare questi risultati. Alcune persone che risultano particolarmente sensibili al caffè e in genere con effetti negativi sulla loro qualità di vità: nervosismo, bruciori di stomaco, insonnia. E' charo che chi presenta questa particolare sensibilità dovrebbe starsene lontano dal caffè. Ma per tutti gli altri invece il caffè, preso anche 3-4 volte al giorno, ha un effetto tonificante e può diventare persino un ottimo coadiuvante all'interno di una dieta dimagrante. Prendere un caffè, soprattutto lontano dai pasti, aiuta a combattere la tensione tipica di un regime dimagrante e delle privazioni imposte per perdere peso: l'effetto finale della tazzina è percio rilassante, al contrario di quello che dicono tutti i luoghi comuni sul caffè. Consigliamo di berlo tra i pasti proprio perchè l'effetto non sarebbe evidente bevendo il caffè al termine di un pasto completo.
Ovviamente, se stiamo parlando di dieta dimagrante, evitiamo di aggiungere latte o panna al nostro caffè. E' consigliabile invece aggiungere dello zucchero, a meno che non si preferisca spontaneamente il caffè amaro. L'effetto tiramisù della caffeina natuale è infatti coadiuvato dalla scossa di una piccola dose di zuccheri che entra in circolazione nell'organismo. Provate a evitare il dolcificante per qualche giorno durante le vostre pause caffè, e scegliete "the real thing" per una volta! [A che punto siamo se parliamo dello zucchero come di una droga?!?]
Un cucchiaino raso di zucchero nel vostro caffè non sconvolgerà la vostra dieta dimagrante e vi permetterà di affrontare con serenità le ore che vi separano dal prossimo pasto consentito dal vostro regime dimagrante.
Ah, naturalmente qui si parla di caffè espresso o comunque di caffè all'italiana, che in realtà contiene una dose equilibrata di caffeina, senza esagerare. Inoltre il caffè lungo (all'americana, alla turca, alla francese) lascia passare anche delle sostanze grasse contenute nel caffè (i cui chicchi in effetti sono lucidi e oleosi) e una sostanza detta cafestol che favorisce l'innalzamento del colesterolo nel sangue.
Buona dieta e buon caffè!

Photo Credit: Ayelie

giovedì 9 ottobre 2008

Altro che yoghurt della Marcuzzi! Vai con le prugne

A giudicare dalle pubblicità di prodotti per il "benessere dell'intestino", la constipazione dovrebbe essere la prossima emergenza affrontata dal governo dopo la spazzatura napoletana. Ma almeno in questo periodo non è necessario comprare questi yoghurt miracolosi, perchè ci sono le prugne!
Le prugne sono un classico frutto autunnale, che potrete trovare facilmente e a buon prezzo fino alla fine di novembre. La prugna è presente in diverse varietà, con colori multiformi che vanno dal... prugna, al fucsia fino al giallo. Il sapore è sempre lo stesso e anche le proprietà, l'apporto calorico è di circa 34 kcal per 100 g. La polpa ha una consistenza gelatinosa, sempre più gelatinosa man mano che il frutto matura e l'effetto che ha nell'intestino assomiglia a quello dei prodotti commerciali a base di fibre e di gel vegetali: facilita il transito intestinale. Ma in più la prugna possiede anche buone quantità una sostanza, la difenil-isatina, che ha funzione lassativa. Se non siete pratici di prugne, non esagerate con le quantità le prime volte, perchè l'effetto varia da soggetto a soggetto e qualcuno potrebbe essere particolarmente sensibile!
D'altronde le nostre nonne mangiavano prugne, fresche o secche, quando si presentavano problemi di constipazioni; se proprio non vi piacciono (ma ci sembra improbabile) ora è possibile trovare il succo di prugna concentrato nei supermercati e nei negozi, a volte spacciato come "coadiuvante per diete dimagranti". Beh, certamente ci si sente più leggeri.

mercoledì 8 ottobre 2008

I classici delle diete: la dieta zona

La dieta a zona (Zone Diet) è certamente la dieta dimagrante di maggiore successo degli ultimi anni, ma anche uno dei regimi più attaccati e contestati. Tanto successo, tanti nemici? Certamente la grande esposizione mediatica di Barry Sears e dei suoi libri hanno favorito anche un certo "tiro al piccione" in risposta alle affermazioni del dottor Sears. Premettiamo subito una cosa: seguire la dieta a zona non è semplicissimo, è necessario documentarsi molto bene e programmare quasi scientificamente i propri pasti attraverso una ricombinazione dei diversi tipi di alimenti, secondo le regole stabilite dal dottor Barry Sears. La dieta a zona si basa su una serie di conoscenze mediche che derivano da studi nel settore dell'endocrinologia, ovvero della funzionalità degli ormoni. Il dottor Sears infatti non è un dietologo, ma un esperto di disfunzioni ormonali, come il diabete. La dieta a zona infatti era stata ideata inizialmente dal dottor Sears per aiutare i diabetici, senza prevedere nessun obiettivo di dimagrimento. Secondo il dottor Sears il giusto equilibrio dei diversi alimenti nella dieta quotidiana permette di mantenere un corretto equilibrio tra i tre principali ormoni coinvolti nella digestione e assimilazione degli alimenti: l'insulina, il glucagone e gli eicosanoidi. I tre ormoni devono rimanere all'interno di una scala di valori (la loro "zona"): solo così il metabolismo sfrutterà in maniera naturale le riserve di grasso del corpo, senza bisogno di limitare drasticamente il cibo, per obbligare l'organismo a far fuori il grasso accumulato. Secondo Sears, il colpevole del sovrappeso sarebbe l'elevata quantità di insulina presente nel sangue dopo un pasto ad alto contenuto di carboidrati: più insulina viene messa in circolazione, più i carboidrati vengono accumulati sotto forma di glicogeno (uno zucchero complesso) nei tessuti. Per mantenere bassa l'insulina è necessario non eccedere con i carboidrati (che "richiamano" l'insulina nel sangue), ma è importante anche assicurarsi un buon apporto di proteine e... inredibile a dirsi... di grassi. Sembrerebbe un controsenso, ma i principi scientifici della dieta a zona fanno riferimento alle complesse interazioni ormonali e questo rende la dieta a zona di difficile comprensione per l'uomo comune. Anche per questo, nella comunicazione rivolta al grande pubblico, la dieta a zona viene semplificata in poche regole pratiche. La regola più famosa è la proporzione 40-30-30: i tre pasti principali dovrebbero avere il 40% di calorie dai carboidrati, 30% dalle proteine e 30% dai grassi. I carboidrati dovrebbero provenire soprattutto da alimenti con indice glicemico basso (verdura e frutta poco zuccherina). Fa un po' impressione la percentuale di grassi, soprattutto in una dieta dimagrante; secondo la dieta a zona tuttavia, è spesso la scarsa presenza di grassi nei pasti a favorire la trasformazione dei carboidrati in glicogeno, uno zucchero di riserva che si acccumula come i grassi. In realtà, la distribuzione dei gruppi alimentari deve essere calcolata in maniera più precisa, come specificato in diversi esempi nei libri del dottor Sears, autore di numerose elaborazioni e rielaborazioni della sua stessa dieta.. e in aiuto sono arrivati anche alimenti confezionati per la dieta a zona e tutta una serie di prodotti accessori. Insomma non è facile stare nella zona, a meno che non semplifichi il tutto dicendo: mangio bistecca ed insalata, addio pasta e pizza... ops mi sembra di averlo già sentito.

lunedì 6 ottobre 2008

Rieccola! La dieta della banana per colazione fa impazzire anche il Giappone


Abbiamo già parlato della possibilità di inserire la banana all'interno di una dieta dimagrante, di certo non di quelle diete ad altissimo impatto, ma di quelle che permettono di perdere un paio di chili in un paio di mesi. Come detto, la banana ha qualche calorie in più rispetto ad altra frutta più "leggera", ma ha il vantaggio di mantenere molto alto il tono dell'umore, salvandoci dalla depressione da carenza di zuccheri (insomma, voglia di dolci). Grazie ad un pugno di carboidrati in più e alla combinazione di magnesio e potassio, la banana è rasserenante come un cioccolatino godurioso, ma senza l'apporto calorico del cioccolatino stesso, soprattutto in termini di grassi. Ebbene i giapponesi hanno preso proprio sul serio le proprietà dietetiche della banana e da qualche mese impazza in tutto il paese una dieta a base di banane, tanto diffusa da aver provocato una penuria di banane nei negozi! Come si fa la dieta della banana per colazione?
- Si mangia una o più banane per colazione (banane fresche) fino a sentirsi sazi, ma non "pieni".
- Si pranza e si cena normalmente, mangiando quello che si vuole, ma senza appesantirsi. Non è possibile però mangiare dolci e dessert.
- Si beve solo acqua a temperatura ambiente.
- Si deve cenare entro le 8.00 di sera

La dieta sembra assolutamente priva di rischi... anche perchè non sembra una dieta, al massimo una serie di invito al buon senso durante i pasti. Gli autori sostengono che gli enzimi digestivi della banana aiutano a velocizzare i processi digestivi e hanno un effetto leggermente lassativo. Personalmente penso che la banana permette di arrivare al pranzo senza essere accecati dalla fame, grazie ai carboidrati che contiene, e questo può aiutare a mangiare pasti più equilibrati. Comunque, qui trovate altri dettagli (in inglese).

venerdì 3 ottobre 2008

5 modi per appiattire la pancia senza perdere un chilo

Così come esistono trucchi per sembrare subito più magri senza perdere un chilo, esistono modi per appiattire la pancia ancora prima di iniziare la dieta o gli esercizi addominali.
Non ci credete? Provare per credere. I vostri addominali si possono tonificare da soli, grazie a pochi accorgimenti nella vostra postura quotidiana, e questo vale sia per i forzati della scrivania, sia per chi lavora tutto il giorno in piedi. E poi, qualche trucchetto per ingannare la vista...

3 modi per appiattire la pancia senza perdere un chilo:

1) Mettere i tacchi alti. Alti quanti? Beh, alti quanto basta per evitare di cadere, dipende dalla vostra abitudine al tacco alto, ma diremmo almeno 4-5 cm sono necessari. Perchè? Provate a mettere i tacchi dopo avere portato scarpe rasoterra tutto il giorno, e sentirete il bisogno di stirare completamente i vostri muscoli addominali verso l'alto, per evitare di cadere in avanti. Tutto il giorno così e almeno un po di tonicità i vostri addominali la guadagneranno.
2) L'effetto tacco alto si perde da seduti. Allora provate con la calamita! Immaginate di avere una calamita dietro la schiena che attira il vostro ombelico. Questo impedira al vostro bacino di rilassarsi troppo e manterrà tesa l'area addominale (davanti) e l'area lombare (dietro). Anche la schiena ne sarà contenta.
3) Respirate. Nel senso, respirate profondamente per almeno dieci volte consecutive. Noterete che tutto il vostro busto si distenderà allungandosi e stringendosi (nel senso della larghezza).
Bonus: Se proprio non ce la fate con i primi 3 trucchi provate con l'inganno. Sciarpe lunghe che pendono fino alla vita e collane (tra l'altro di moda) da avvolgere in lunghi giri che sfiorano lil bacino. Lo stomaco non si appiattisce, ma tutto quell'ambaradan di fronte distrae l'attenzione dei più indiscreti dal vostro pancino.

Altre idee sempre più furbe:
Trucchi per dimagrire senza perdere un chilo

Photo Credit: Robert McDon

mercoledì 1 ottobre 2008

La dieta è fuori moda: mangiare bene è il nuovo trend


Essere a dieta è fuori moda.
Questo è il risultato di un sondaggio condotto negli Stati Uniti, dove le persone che si definiscono "a dieta" sono sempre di meno.
E in Italia? I giornali parlano di sovrappeso dilagante, ma personalmente, per esperienza quotidiano, gli italiani che incontro sono raramente sovrappeso.
In realtà, l'impressione che si riceve osservando la gente nei luoghi di lavoro, di ristorazione, di relax (laddove si mangia in compagnia insomma) è un generale disinteresse per le diete alla moda, per l'ultima trovata dimagrante di solito proveniente dall'America, per il menù dimagrante della settimana passato sotto banco dalla collega in ufficio. Il disinteresse è il prodotto della sfiducia verso le diete dimagranti miracolose che farebbero perdere chili e chili in poche settimane. Di per sè, questo disinteresse, se accoppiato con la cura per la qualità della propria alimentazione, indica anche che la maggior parte della gente possiede delle nozioni, anche basilari, sulla corretta alimentazione.
Tutttavia la ricerca di diete e prodotti dimagranti sembra non avere sosta e l'attenzione che i media riservano all'argomento dovrà pure avere un pubblico per resistere così a lungo.
L'impressione è che i giovani e le giovani in particolare, siano comunque interessati a trovare la dieta "che funziona", anche provando tra le diete miracolistiche: questo accade probabilmente perchè non hanno ancora sperimentato le ricadute del dopo-dieta.
Allo stesso tempo però, esiste anche una parte del "pubblico" che è interessato a ricevere consigli e dritte per dimagrire e in generale mangiare correttamente, ma che ha raggiunto un buon livello di conoscenze, tale da permettere di distinguere la bufala dalla vera innovazione dietistica, consapevole di dover prestare un'attenzione continua a quello che mangia. Questo stesso pubblico si sente pronto anche a sfruttare l'alto livello tecnologico che hanno ormai raggiunto i prodotti dimagranti immessi sul mercato. Prodotti che sempre più spesso riescono a combinare efficacia e sicurezza, con un minimo rischio di effetti collaterali.
Ecco perché c'è sempre più gente interessata a tenersi aggiornata su alimentazione e diete dimagranti, ma c'è sempre meno gente si definisce "a dieta".