martedì 16 settembre 2008

Dieta per il cervello: zucchero per la mente

Non mangiare le caramelle, diceva la mamma. Non mangiare cibi ad alto contenuto di zucchero, dicono i guru delle diete dimagranti: mangiate carboidrati complessi e frutta, meglio se integrali, con alto contenuto di fibre che vi daranno sazietà per lungo tempo fino all'ora del successivo pasto. Personalmente ho cercato di seguire questo consiglio per cercare di risolvere il calo di zuccheri che mi coglie a metà mattina o metà pomeriggio e ho ottenuto come risultato soltanto un aumento di calorie nella mia dieta senza nessun miglioramento: per ottenere un effetto sensibile, era necessario mangiare molto più di una fetta di mela. Perciò, o mangiavo troppo scombinando tutta la mia dieta giornaliera, o arrivavo a pranzo o a cena completamente "fuori di testa": davvero, si tratta di mancanza di lucidità a livello mentale. Voglio precisare che faccio un lavoro intellettuale e sedentario, e che la mia fame tra i pasti non è un buco allo stomaco, ma un calo di zuccheri (ipoglicemia); in pratica, se vi brontola lo stomaco e vi sentite stanchi significa che il vostro organismo nel complesso "ha fame" (avete faticato e consumato calorie, oppure avevate mangiato troppo poco), se invece vi sentite la "testa nel pallone", siete poco lucidi e concentrati e di cattivo umore, allora avete un calo di zuccheri che influenza il vostro cervello, ma senza che questo si traduca in vera "fame". Personalmente sono riuscita a risolvere i miei cali di zuccheri soltanto assumendo una bevanda con un po' di zucchero o altri cibi con un certo contenuto di zuccheri. Certo non è l'ideale secondo i guru della dieta ma ditemi, è meglio una mela da 100 kcal che non ottiene risultato sull'ipoglicemia o un cucchiaino di zucchero nel caffè (20 kcal) che risolve il problema e mi permette di A) continuare a lavorare senza attaccare fisicamente qualche malcapitato collega B) di arrivare a pranzo o cena senza la sensazione di stare per svenire. Naturalmente preciso che io ho una particolare sensibilità alle condizioni di ipoglicemia, di cui avverto subito i sintomi.

Ebbene finalmente una ricerca americana ha confermato che il lavoro intellettuale provoca scompensi molto evidenti nel livello di glucosio del sangue: il cervello infatti funziona a glucosio (zucchero semplice) e abbassa velocemente il livello di zucchero nel sangue (ipoglicemia), mentre i muscoli possono usufruire anche di zuccheri complessi (carboidrati) e poi di grassi. Il cervello dei grassi non se ne fa proprio niente (purtroppo, altrimenti io sarei magrissima!). Gli studiosi americani hanno verificato che i sedentari che aveva svolto lavoro intellettuale consumava nel pasto successivo almeno 200-300 calorie, rispetto a chi non aveva svolto attività mentali impegnative. Questo non significa che avevano consumato quelle calorie nell'attività mentale, anzi il dispendio energetico è minimo, ma significa che l'organismo pensava di dover recuperare un equivalente livello di zuccheri.
Che fare allora se soffrite dello stesso problema?
Io consiglio di sorseggiare un succo di frutta o un caffè/tè zuccherato, ma moderatamente zuccherato e sempre poco per volta, così da non avere un picco di zuccheri che lì per lì vi rende euforici, ma quando si riabbassa lo fa velocemente e vi fa ricadere nell'ipoglicemia. E' possibili anche utilizzare le barrette energetiche create appositamente per dare sollievo con un minimo introito calorico.
Anche fare una passeggiata o comunque muoversi, anche brevemente all'interno dell'ufficio, riesce a riequilibrare i livelli di glucosio perchè riattiva il metabolismo e ristabilisce un livello di glucosio normale nel sangue. Ovviamente non sempre è possibile in ufficio!

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