mercoledì 11 febbraio 2009

Dieta yo-yo: mangia quel cioccolatino!
























La maggior parte delle persone a dieta... falliscono la loro dieta. La cosa curiosa è che il fallimento non è spesso un fallimento generale, cioè una incapacità di seguire il regime alimentare assegnato. Al contrario, il fallimento della dieta dimagrante è spesso innescato da un singolo evento che rompe la "perfezione" dello schema alimentare che si sta seguendo. Una volta rotto l'incanto, come in una formula magica pronunciata male, tutto l'impianto che ha retto la dieta (motivazione, auto-disciplina, costanza) cade di botto e si trascina dietro la stessa idea del mettersi a dieta e dello stare a dieta. Questo "evento" dirompente è spesso una piccola infrazione: il pane che accompagna l'insalata, le patatine offerte dal collega, il cioccolatino imprevisto al bancone del bar. Rinunciare a settimane di dieta per un cioccolatino? Visto dall'esterno, da una persona che non sta a dieta, sembra certamente una reazione isterica! Eppure nella psicologia di chi sta a dieta ha un senso: il timore di non farcela, la paura di lasciarsi andare alla fame e alle voglie è così potente e continuamente presente, che anche il più piccolo inciampo nel percorso si presenta come la dimostrazione che non si può resistere, che non ce la si farà mai. E perciò, che senso ha trattenersi e rimettersi in carreggiata?
La soluzione sta nella consapevolezza con cui si rompe la dieta: un biscotto, una coca cola potranno sballare il conteggio giornaliero delle calorie, ma non delle calorie settimanali se prenderete le vostre contromisure il giorno dopo.
La soluzione, nei casi più gravi di "senso di colpa" potrebbe essere addirittura "mettere le mani avanti", nel senso di assicurarsi di rompere la regola una volta al giorno (sempre in piccole quantità) così da togliersi la voglia senza rovinare tutto il lavoro fatto. Certo, così perderete 3 chili invece di 4... ma non dovrete ricominciare daccapo tra un mese!


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